roberto lanaro scultore


ROBERTO LANARO
“Celebrati fantasmi della storia”

di Mario Guderzo

“Dove sarò? […] Sarò in tutti coloro che abbiano mai
detto io, che lo dicono o lo diranno; ma specialmente in
coloro che lo dicono più pienamente, più energicamente,
più lietamente”.

Thomas Mann, I Buddenbroock, 1967

Scultura come architettura
Negli ultimi anni la scultura di Roberto Lanaro si è sempre più connotata in termini di una propria e peculiare accezione del ‘monumentale’, preferisce cimentarsi su grandi dimensioni perché è consapevole del dominio da lui stesso operato sull’elemento naturale. Nello stesso tempo egli aspira a realizzare opere che siano dialetticamente in rapporto con il ‘luogo’1. Il suo inizio è molto lontano e, sebbene la crescita del suo linguaggio sia stata univoca, si assiste, nel tempo, al contrapporsi e all’intersecarsi di esperienze cicliche molteplici.
Per Lanaro il protagonista è e resta lo spazio: esso rappresenta il luogo degli eventi, delle azioni e delle relazioni; quasi un elemento naturale in cui uomo e opera s’immedesimano in un’espressione vitale. Con Architettura (1978) prende avvio l’uso
simbolico della collocazione in luoghi ricchi d’atmosfera, dove il silenzio assume anch’esso la funzione di suggerire la forma, imprimendola e compenetrandola. [...continua]


ENG

ROBERTO LANARO
“Famous phantasms of the past”
Mario Guderzo

“Where will I be? […] I will be in all of those
who have ever said ‘I’, who say it or who will say it;
but especially in those who say it most fully, most
energetically, most joyfully.”

Thomas Mann, Buddenbrooks, 1967

Sculpture as Architecture
Over recent years, the distinctive feature of Roberto Lanaro’s sculpture has been that it gives expression to his own individual interpretation of the concept of the “monumental”; the artist seems to prefer to work on a grand scale because he is aware of the dominion that he himself exerts over the given. At the same time, Lanaro strives to create works which stand in a dialectic relationship with the ‘locus’ they occupy1. One sees is a huge difference between his work now and that at the start of his career; however, while the growth in his art has proceeded univocally, one sees within this process the cyclical intersection of experience and experimentation.
For Lanaro, space itself has always played a leading role in his work. This space is the locus of events, actions and relations; it is the natural medium in which man and work come together in an expression of life.
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SULLE CREAZIONI FORMALI DI ROBERTO LANARO
di Herman Fillitz

Forse alcuni, che vedono per la prima volta le immagini tridimensionali di Roberto Lanaro, rimangono perplessi a causa della straordinaria frugalità dei suoi mezzi. Il materiale di Lanaro è preferibilmente il nastro di ferro, ovvero la banda di ferro gli offre la forma di base, dalla quale egli sviluppa poi le sue immagini tridimensionali, e quindi la cosa più semplice che c’è quanto a materiale per uno scultore che lavora il metallo, è l’elemento con il quale Roberto Lanaro lavora.
Nella creazione della superficie si rinuncia alla calligrafia dell’artista. Con ciò viene a cadere l’efficace attrattiva spesso ricercata della lavorazione del materiale nel senso di effetti d’artigianato. Perciò si potrebbe anche dire che l’artista si rende difficile il lavoro, mentre rinuncia a molte possibilità di prese di contatto con l’osservatore.
[...continua]


ENG

ROBERTO LANARO AND THE CREATION OF FORM
Herman Fillitz

When they see Roberto Lanaro’s three-dimensional images for the first time, some people may be left rather perplexed, due to the frugality of means with which he achieves his ends. The artist’s preferred material is simple iron strips, which provide the basis from which he generates his three-dimensional images. In effect, Roberto Lanaro works with the simplest of all media available to a sculptor of metals.
In creating his surfaces, Lanaro does not aim for fine “calligraphic” touches; there is no attempt at a craft working of materials in order to produce attractive effects. One might, therefore, say that the artist makes his own job more difficult; he refuses to resort to the various ways in which he might facilitate contact with the observer. In effect, Lanaro does not make things easy for those viewing his work; we are obliged to concentrate completely upon the discourse he is developing.
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ROBERTO LANARO
di Giorgio Segato

Da tempo ormai ogni vero tentativo artistico si fonda sullo sforzo di oltrepassare i limiti di una disciplina e di una tecnica rigorosamente prestabilite da canoni predeterminati e convenzionali. Al posto delle concezioni particolaristiche precedenti, si è affermata una diffusa tendenza,che coinvolge tanto l’artigiano, quanto lo scienziato che l’artista, alla scoperta di quelle possibili impostazioni e soluzioni integrali nelle quali le esperienze e le conoscenze dei diversi campi si unificano a costituire il fondamento di un nuovo linguaggio espressivo.
Così, ad esempio, lo scultore è convocato a coniugare il suo lavoro fino a programmare l’intervento non solo a livello di arredamento urbano, ma già di iniziale concepimento urbanistico e, al tempo stesso, si abilita sperimentalmente e culturalmente a sciogliere problemi artigianali, tecnici e tecnologici connessiai materiali che utilizza e alle forme che inventa.
La scultura di Lanaro appare immediatamente fisica, tipica dell’esperienza artigianale: riflette la potenza e la forma che impegna il fabbro sull’incudine maneggiando pesanti martelli per imprimere più intensa espressività al suo lavoro.
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ENG

ROBERTO LANARO
Giorgio Segato

For some time now, any real striving within the arts has been focused on pushing beyond the limits of a discipline as such, breaking free of the established canons and conventions of technique. Previously, all disciplines were conceived of in a particularist fashion, but now - in the crafts as well as in science and the arts - the aim seems to be the discovery of an integrated approach, bringing together the experience and knowledge embodied in a variety of fields to form the basis of a new language of expression.
So, for example, a sculptor is expected to approach his work in a way that embraces not only issues of urban adornment and urban-planning, but also reveals the knowledge and experience necessary to resolve the technical and technological problems posed by the materials he uses and the forms he creates. Lanaro’s sculpture is immediately physical in impact; it reflects the craft experience of a smith working with hammer and anvil to model form, to achieve the highest levels of expressive intensity.
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